Rolando Paoletti ha partecipato all’Autore dell’Anno nel 2017 con il portfolio “Nord“, risultando vincitore
1. L’intervista
In 5 righe descriviti come fotografo
Non ambisco a descrivermi come fotografo, anche se la fotografia è ora il mio interesse prevalente: non ritengo di essere abbastanza maturo. Sto cercando la mia strada, cercando di liberarmi dai mille paletti che il mio retroterra culturale non manca mai di pormi. Pur scattando da sempre, fino a due o tre anni fa non capivo assolutamente con cosa avevo a che fare. Ora che intravedo qualche spiraglio tutto si è enormemente complicato, ma mi diverto enormemente di più!
Quando e come ti sei appassionato al mondo della fotografia e che posto occupa nella tua vita
Fotografo da sempre: foto ricordo, viaggi, le solite cose. Dopo un brutto incidente di montagna, circa quattro anni fa, ho pensato di dedicarmi a quella che era comunque una passione, ma un pò in secondo piano. Circa tre anni fa mi sono iscritto al Fotoclub Arti Visive di Fabriano, e alla Fiaf, scoprendo un mondo totalmente nuovo e appassionante.
Come si è evoluta la tua cultura fotografica: pratica, partecipazione a corsi, studio dei grandi autori, visite a mostre, ricerche sul web, libri di tecnica……
Pur avendo già dimestichezza con tempi, diaframmi, profondità di campo ecc, ho preferito ricominciare da capo con un corso base di fotografia e qualche workshop di paesaggio, che inizialmente costituiva il cuore dei miei interessi. Ne ho tratto grande giovamento in termini di tecnica e di composizione e tutt’ora lo pratico, ma dopo aver scoperto le potenzialità della narrazione fotografica visitando numerose mostre ho cercato di approfondire quest’ultimo tema con un paio di workshop estremamente proficui.
Hai dei generi fotografici che prediligi o ti piace la fotografia a 360°? Se vuoi motiva la tua scelta
Non ho predilezioni spiccate. Ancora cerco la mia strada ma, come dicevo sopra, sono sempre più attratto dalla narrazione per immagini.
Rapporto analogica/digitale e rapporto colore/bianconero, come ti muovi nei confronti degli eterni dilemmi di fondo che agitano la vita di un fotografo?
Non ci sono dilemmi per me: il mezzo ha importanza solo in relazione al risultato che si desidera ottenere. Ammiro chi ha la pazienza di aspettare lo sviluppo del rullino, ma rispetto altrettanto chi usa lo smartphone. Il risultato conta.
Partecipi alla vita di un fotoclub? Puoi motivare questa tua scelta? Cosa ti affascina delle attività collettive?
Sono iscritto al Fotoclub Arti Visive di Fabriano. Ritengo indispensabile questa scelta purché si rimanga liberi da condizionamenti. La possibilità di confrontarsi, di conoscere nuove persone e nuovi punti di vista, e perché no, nuovi modi di fotografare è estremamente stimolante.
Come sei entrato nel mondo del portfolio fotografico e come vivi adesso queste esperienze?
Due grandi amici e grandi fotografi, prodighi di consigli, mi hanno fatto conoscere questo mondo del portfolio fotografico che trovo affascinante e contraddittorio, e anche fin troppo coinvolgente. Mi ci sto muovendo a tentoni e qualche volta in modo conflittuale, e devo dire che proprio in questo settore emergono prepotentemente tutti i limiti legati al proprio retroterra culturale, così come anche le caratteristiche positive di questo retroterra.
Hai qualche progetto fotografico in gestazione e ce ne vuoi dare un accenno? (senza svelare troppo le tue idee)
Progetto molto vago ancora: vorrei unire la mai sopita passione del paesaggio con una storia, in qualche modo ad esso legata.
In due righe pensa di voler convincere un amico a dedicarsi alla fotografia, cosa gli diresti?
Non gli direi nulla per convincerlo. Gli chiederei solo di accompagnarmi a fare due scatti se gli va e gli presterei una macchina fotografica. Se dice sì significa che non ha bisogno di essere convinto….
2. La foto del cuore
La foto che allego, “E’ sera a Kairouan”, è piuttosto importante per me perché per la prima volta, vedendo una scena da lontano, sono riuscito a vedere lo scatto in anticipo e facendo una gran corsa ho potuto congelare l’attimo prima che madre e figlia svoltassero l’angolo. Non mi era mai successo, vedevo la fotografia come posa, studio della composizione, calma ecc, e invece…
3. Il portfolio
“Nord”
Si visitano le Lofoten d’inverno solo per fare foto di paesaggio che sembrano fatate. Tuttavia il fascino di quelle terre difficili, e delle dure storie di pesca e di vita, non tarda a emergere. Ho provato a trasmettere questa duplice sensazione: l’asprezza della vita e dell’ambiente ma anche il lirismo che si annida dove meno te l’aspetti.
4. Il commento
La fotografia di Rolando Paoletti è sempre caratterizzata da pulizia e rigore compositivo. In questo lavoro egli ci racconta l’isolamento di un luogo e le difficoltà di viverci.
Sono quattro gli elementi essenziali che si pongono in stretta relazione: il mare, fonte di vita ora calmo ora distruttore; le barche, strumento di sussistenza, unico mezzo per affrontare la potenza del mare; il pesce, unica ricchezza; l’uomo, in tutta la sua piccolezza di fronte a queste terre così solitarie e inospitali.
La partita si gioca su equilibri antichi, primordiali, lontani dalla fretta, dal superfluo, dal caos.
L’uomo (l’uomo e la donna simboleggiano tutta l’umanità che lì vive) è talmente minuscolo in questa situazione da essere rappresentato metaforicamente, con tutto il suo vissuto, nell’immagine finale: una miniatura fragile in balia della sorte, del vento, delle onde, del ghiaccio.
(Giancarla Lorenzini)
Un portfolio secco, freddo, anzi meglio dire glaciale, come l’ambiente che Rolando riesce a descrivere in modo diretto e rude; un ambiente freddo e inospitale, dove l’uomo – si vede nelle immagini – deve lottare contro un territorio e un clima sicuramente non adatti a chiunque.
Le foto in esterni ci raccontano della durezza delle condizioni di vita, ma poi, nelle due immagini scattate in interni, tutto si stempera in atteggiamenti più tranquilli e rilassati, di vita quotidiana, e così sembra di sentire meno il freddo rimasto fuori dalla porta.
Uno stupendo cammeo la foto finale che credo rappresenti e sintetizzi al meglio lo spirito e la durezza della vita in quei luoghi.
(Sauro Marini)
5. Dove trovate Rolando
Qualcosa sul web:
– https://rolandopaoletti.wixsite.com/paoletti-photography
– http://zh.ink361.com/app/users/358334730/roncisvalle50/photos
– http://www.centrofotografia.org/mostre/galleria/36/398
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.