Alberto Raffaeli ha partecipato all’Autore dell’anno negli anni – 2013 e 2015, risultando finalista, e negli anni 2012 e 2016, risultando selezionato. Per questa nostra pagina presenta il portfolio “India sospesa” presentato nel 2015

1. L’intervista

In 5 righe descriviti come fotografo

Sono un fotoamatore di vecchia data. Credo di avere una certa predisposizione a cogliere al volo le situazioni, a catturarle ed inserirle in una struttura visiva ben congegnata in un unico scatto. In altre parole ho facilità a comporre immagini. Per contro pecco di progettualità, elemento indispensabile per farsi strada nella fotografia moderna.

Quando e come ti sei appassionato al mondo della fotografia e che posto occupa nella tua vita

A 22 anni avevo una grande passione per il mare. Io e la mia fidanzata Cinzia, ora mia moglie, riuscimmo ad organizzare una vacanza alle Maldive. Mi dotai di una fotocamera subacquea. Al ritorno decine di amici si addormentarono davanti ad un’interminabile serie di diapositive sui pesci. Ma realizzai anche qualche scatto in esterno e mi si aprí un mondo. Mi iscrissi al Circolo Fotografico AVIS di Chiaravalle dove fui iniziato dal maestro Manlio Moretti allo sviluppo e alla stampa del BN. Acquistai un corredo Contax-Zeiss e, nel 1986, allestii una camera oscura nel bagno di casa. In quel periodo ebbi un’intensa attività concorsaiola ricca di soddisfazioni. Nel 1989 nacque Cecilia, il bagno fu utilizzato per cambiare i pannoloni e io smisi di fotografare (o forse, come sostiene mia moglie, ero a corto di ispirazione). Ventitre anni di pausa e poi il rientro a fine 2011, in piena era digitale.

Come si è evoluta la tua cultura fotografica: pratica, partecipazione a corsi, studio dei grandi autori, visite a mostre, ricerche sul web, libri di tecnica…

Negli anni ’80 erano soprattutto le mostre e i cataloghi dei concorsi ad arricchire le mie conoscenze. Poi ho conosciuto i grandi autori attraverso mostre, libri, TV ecc. Oggi per me é il web la piú grande fonte di arricchimento e non di rado vado a sbirciare la produzione di autori piú o meno noti. Confesso che tecnica, fotocamenre e lenti occupano una posizione secondaria nella classifica dei mie interessi fotografici.

Hai dei generi fotografici che prediligi o ti piace la fotografia a 360°? Se vuoi motiva la tua scelta

Come autore prediligo la fotografia di reportage o dove, comunque, sia presente l’elemento umano o una qualche traccia del suo passaggio. Come spettatore apprezzo tutti i generi e non faccio difficoltá a riconoscere le doti di fotografi che hanno una visione molto lontana dalla mia.

Rapporto analogica/digitale e rapporto colore/bianconero, come ti muovi nei confronti degli eterni dilemmi di fondo che agitano la vita di un fotografo?

Come ho accennato interruppi la mia prima vita fotografica in una lontana era analogica per rientrare a digitale ormai affermato. Non ho vissuto il travaglio della transazione. Oggi sono felice di aver provato la magia della camera oscura senza però averne nostalgia. Ho sentito tanti pareri su questa disputa; personalmente tifo per la fotografia, per il suo contenuto. L’importante è ottenere un buon risultato a prescindere da tecniche e supporti utilizzati. E’ però innegabile che la qualità del digitale è in continua vertiginosa ascesa e l’analogico sará destinato ai musei.
Anche riguardo alla dicotomia BN-Colore sono neutrale e lo dimostro con la mia produzione che si divide equamente tra le due tecniche. Nella preistoria ero bianconerista per necessità, in quanto era impossibile intervenire direttamente sui processi di sviluppo e stampa delle foto a colori e, se si voleva avere controllo sulla propria produzione, non si poteva prescindere dal bianconero. Comunque, se da una parte il bianconero ha il suo intramontabile fascino, il colore è un elemento in più che, ben gestito, contribuisce a delineare la personalità dell’autore.

Partecipi alla vita di un fotoclub? Puoi motivare questa tua scelta? Cosa ti affascina delle attività collettive?

Sono stato iscritto a diversi Circoli e attualmente rivesto il ruolo di vicepresidente nel Circolo Fotografico AVIS di Chiaravalle. Mi piacerebbe veder crescere il livello qualitativo dei soci e credo che per arrivare a questo non ci sia altra via che incrementare la cultura e la conoscenza. Per questo mi sono dato il compito di tenere una rubrica mensile nella quale presento le opere di autori piú o meno noti trovati sul web e cerco di instaurare una discussione che accompagni la visione delle foto.

Come sei entrato nel mondo del portfolio fotografico e come vivi adesso queste esperienze?

Purtroppo il mio approccio col portfolio è abbastanza difficile. Quando iniziai a fotografare questa disciplina era praticamente sconosciuta a livello fotoamatoriale ed era la foto singola a farla da padrona. Non sono abituato a programmare i miei lavori. Nelle poche occasioni in cui l’ho fatto ho comunque lasciato molta libertá all’evoluzione spontanea. Probabilmente è il mio limite principale: scarseggio di progettualità e non mi piace modificare la realtà per realizzare uno scatto. Poi, a posteriori, mi è capitato spesso di mettere insieme delle raccolte, magari accompagnandole con commenti musicali.

Hai qualche progetto fotografico in gestazione e ce ne vuoi dare un accenno? (senza svelare troppo le tue idee)

Nell’ultimo periodo fotografo solo in vacanza, e di vacanze, purtroppo, ne faccio poche. A volte vengo invitato da qualche circolo della zona. In queste occasioni presento le mie foto raccolte in audiovisivi di pochi minuti. Ora sto cercando di realizzarne uno sul mio recente viaggio in nord america.

In due righe pensa di voler convincere un amico a dedicarsi alla fotografia, cosa gli diresti?

Oggi tutti fanno fotografie. Piú che convincere qualcun altro ad iniziare, mi concentrerei sull’educare i neofiti alla buona fotografia. Direi loro di studiarsi le opere dei fotografi che hanno fatto la storia di questa disciplina in modo da avere le basi per poi cercare un proprio stile personale.

2. La foto del cuore

Di foto a cui tengo ne ho diverse; se devo metterne una al primo posto scelgo la piú discussa.
L’ho scattata in Senegal, nell’isola di Goreé, ad alcuni ragazzini che stavano giocando a calcio.
Questa foto ha segnato un certo salto nell’evoluzione del mio stile.
Molti la odiano; ammetto che sia strana, ma forse proprio per questo io invece la amo.

3. Il portfolio

India sospesa
Anche “India Sospesa” rientra in uno di quei progetti nati a posteriori: in pratica ho individuato un nucleo di immagini che mi restituivano una sensazione intima e mistica che avevo vissuto durante il viaggio, le ho selezionate e riordinate cercando di realizzare una sequenza che fosse in grado di trasmettere tali sensazioni allo spettatore.
Sul sito personale di Alberto Raffaeli una ottima presentazione video di questo lavoro: http://www.albertoraffaeli.com/Video/i-grXTMxB/1920

4. Il commento

Vedo questo portfolio come uno spaccato verticale dei tanti aspetti della vita in India, dove la commistione tra persone ed animali emerge ad ogni angolo di strada.
Volti misteriosi di donne celati da veli, trucchi rituali su visi di adulti e bambini, tutto sta a ricordare la forte carica di spiritualità di questo popolo.
E, come in ogni angolo di mondo, il sorriso dei più piccoli viene a riportare il tutto all’unico vocabolo unificante della gente in ogni angolo della terra: umanità.
Con questi bianconeri densi e fortemente espressivi, Alberto – a mio parere – ha vinto una scommessa nel paradiso delle esplosioni cromatiche, che sicuramente arricchiscono l’impatto emotivo delle immagini, ma sviano chi guarda dal senso vero di quelle esistenze.
(Sauro Marini)

5. Dove trovate Alberto

Il suo sito personale – http://www.albertoraffaeli.com/
Sul sito del Circolo AVIS CHiaravalle – http://www.circolofotoavis.org/soci/alberto-raffaeli/
La pagina Facebook – https://www.facebook.com/albertoraffaeli.fotografia/