Giancarla Lorenzini ha partecipato all’Autore dell’anno risultando finalista nel 2012, 2013, 2014, 2015. Per questa nostra pagina presenta il portfolio “La sposa” (2013)

1. L’intervista

In 5 righe descrivi Giancarla Lorenzini fotografa

Fotografo per passione; mi incuriosisco, mi stupisco, mi entusiasmo ancora come una bambina. Il mio motto è una frase che ascoltai in un’intervista al fotografo Michel Comte “Bisogna trovare la bellezza ovunque, altrimenti la vita non vale la pena di essere vissuta” ed io aggiungo: la bellezza non è soltanto un fattore estetico ma è il fondamento stesso della vita, perché la vera Bellezza è quella forza vitale che fa desiderare il bene per sé e per gli altri.

Quando e come ti sei appassionata al mondo della fotografia e che posto occupa nella tua vita

Alla fine degli anni ‘70 ho iniziato a fotografare per curiosità con una vecchia Ferrania a pozzetto di mio padre; la fotografia era stata sempre una presenza viva in casa. Sicuramente la fotografia occupa un posto importantissimo nella mia vita: mio marito dice che gli dedico il 75% della mia vita e… l’altro 25% lo divido con lui, la famiglia, la casa, il lavoro! … Tento di barcamenarmi come un funambolo cercando di non cadere e di arrivare dappertutto, magari rubando qualche ora al sonno. Mi rende viva, mi ha fatto superare situazioni anche difficili, mi accompagna ogni giorno.

Come si è evoluta la tua cultura fotografica: pratica, partecipazione a corsi, studio dei grandi autori, visite a mostre, ricerche sul web, libri di tecnica

Avendo iniziato come autodidatta certamente le monografie sui grandi autori, i libri di tecnica e le riviste sono state fondamentali. Oggi il web offre l’opportunità di conoscere autori anche meno noti ma molto interessanti. Leggo libri, frequento incontri e mostre ogni volta che ne ho l’opportunità.

Hai dei generi fotografici che prediligi o ti piace la fotografia a 360°? Se vuoi motiva la tua scelta

Mi piace tutta la fotografia, in particolare quella concettuale, creativa e di ricerca. Non sono una purista e quindi mi piace anche la commistione tra vari linguaggi; la fotografia è un linguaggio potentissimo che combinato con le varie espressioni artistiche dà dei risultati molto interessanti. La foto bella soltanto esteticamente mi interessa di meno.

Rapporto analogica/digitale e rapporto colore/bianconero, come ti muovi nei confronti degli eterni dilemmi di fondo che agitano la vita di un fotografo?

Ho iniziato con il colore, il mio maestro di riferimento era Hernst Haas, poi sono passata al b/n; ora uso colore e b/n in base al lavoro a cui mi approccio. Nel passare al digitale ho trovato delle difficoltà e un po’ di disorientamento, ma il mondo va avanti e anche il digitale ha i suoi pregi; non ritengo determinante il mezzo ma l’idea.

Partecipi alla vita di un fotoclub? Puoi motivare questa tua scelta? Cosa ti affascina delle attività collettive?

Pur essendo per vissuto e carattere una solitaria sostengo che da soli non si va da nessuna parte. Personalmente entrare in un fotoclub è stato determinante: mi ha permesso di confrontarmi, di aprire lo sguardo su nuovi orizzonti, di conoscere autori e persone nuove che mi hanno arricchito notevolmente. La fotografia mi ha permesso anche di superare la mia riservatezza e la mia timidezza, cosa non da poco! Il contatto e lo scambio innanzitutto umano è per me fondamentale. Il fotoclub mi ha introdotto nel mondo FIAF che ritengo sia una straordinaria opportunità per conoscere direttamente altre fervide realtà nazionali. Penso però che i fotoclub abbiano bisogno di rinnovamento altrimenti sono destinati a morire. Bisogna trovare nuove formule per coinvolgere i giovani che, se incoraggiati, ci meravigliano sempre.

Come sei entrata nel mondo del portfolio fotografico e come vivi adesso queste esperienze?

Proprio grazie al fotoclub nel 2008 ho realizzato un primo portfolio. La fotografia è un linguaggio e il portfolio mi serve per raccontare delle storie.

Hai qualche progetto fotografico in gestazione e ce ne vuoi dare un accenno? (senza svelare troppo le tue idee)

Ho tanti progetti, mi manca il tempo per portarli alla luce! Sono in gestazione diversi lavori concettuali che spero di poter concludere in breve tempo.

In due righe pensa di voler convincere un amico a dedicarsi alla fotografia, cosa gli diresti?

Che la fotografia è uno strumento straordinario! Innanzitutto per conoscersi e poi per conoscere il mondo in profondità. Tiene attiva la mente e scalda il cuore, è terapeutica, appagante, nutre lo spirito ed in certi casi è anche divertente!

2. Le foto del cuore

Come credo un po’ per tutti i fotografi è difficile scegliere una foto in particolare; te ne direi tre:

– la prima, con il braccio davanti alla ragazza, che non sta ad indicare la violenza, come molti credono, ma che il potere oscura la vista e quindi non si ha più la capacità di vedere la Verità;

– questa fotografia fa parte del lavoro “Occhi per vedere” come quella con la ragazza distesa sul letto che si specchia: il suo corpo è giovane ma il viso vecchio… è lei che si prefigura la vecchiaia… o è realmente vecchia e il suo corpo è rifatto?

– quale la Verità oltre le apparenze? La terza foto è quella delle mani di mia nonna pochi giorni prima di morire, immagine che fa parte del mio primo portfolio.

3. Il portfolio

“La sposa” racconta la storia di una giovane donna che, come tutti noi, era alla ricerca della felicità. Un tipo molto vivace, intraprendente, molto impegnata con il lavoro. Poi arriva la chiamata dal “più bello degli Sposi” e così decide di entrare in un monastero di clausura ed essere la sposa di Cristo.
Anche se ai nostri occhi ci può sembrare molto strano finalmente raggiunge quella pienezza tanto cercata. Qui ho rappresentato la cerimonia del suo ingresso nel noviziato.
Ho realizzato questo lavoro per caso (ma io non credo al caso), in quanto dovevano essere soltanto foto ricordo del rito per la mamma di questa ragazza. Poi quando l’ho salutata (la ragazza), conoscendo la mia passione per la fotografia, mi ha detto: “e adesso che ci farai con queste foto?”
Così è nata l’idea di realizzarci il racconto di quella giornata veramente particolare.

4. Il commento

Approcciarsi ad un lavoro come questo di Giancarla, per chi si sente estraneo alla fede ed alle sue ritualità, richiede uno sforzo notevole, per depurare il proprio pensiero dalle implicazioni religiose e concentrare la propria attenzione solo sulla valenza fotografica delle immagini che vengono presentate.
Ho fatto questo sforzo, e spero di esservi riuscito, grazie alla validità della impostazione “laica” che Giancarla ha dato al suo racconto.
Spero di non essere caduto in errore nel cogliere una attenzione particolare al senso dell’accoglienza (immagine 13) da parte delle monache nei confronti della nuova arrivata e questo tanto nelle gestualità rappresentate, quanto nell’espressività dei visi, che attestano soddisfazione ma anche un senso d protezione.
Quanto alla protagonista, credo che l’immagine 9 costituisca sintesi ed espressione concreta della serenità con cui la stessa ha affrontato la sua scelta, una scelta che a me appare molto difficile, ma che va rispettata senza alcuna remora.
Un ultimo aspetto che i è balzato agli occhi è quello della presenza maschile nella cerimonia, che mi appare una stridente contraddizione in un mondo, quello della clausura, che lascia fuori dalle sue mura la figura maschile, e che ai miei occhi fa apparire il celebrante quasi un corpo estraneo in quell’ambiente, come mi pare di percepire nell’immagine 12.
Una complimento va fatto per la riuscitissima realizzazione degli scatti, data la scarsa luminosità dell’ambiente che di certo non ha agevolato il lavoro di Giancarla.
(Sauro Marini)

nota – il numero dell’immagine viene visualizzato cliccando sotto le foto sulla “i”

5. Dove trovate Giancarla

Pagina facebook: Giancarla Lorenzini
Instagram: Giancarla Lorenzini
Mail: giancarla.lorenzini@gmail.com

6. Scheda biografica

Diplomata all’Istituto d’Arte di Macerata, inizia a fotografare con assiduità nel 1981. Dopo una pausa di dieci anni riprende a fotografare nel 2004 ed entra a far parte in un circolo culturale dove matura le prime esperienze espositive collettive. Grazie a questo le viene offerta l’opportunità di una mostra personale nel 2006 (“Il Canto della Vita”), punto di partenza del suo nuovo percorso fotografico. Nel 2008 entra a far parte del Fotocineclub di Recanati e nel 2011 del Fotoclub Potenza Picena. Ha partecipato a varie esposizioni collettive sia in Regione che in Italia (“Passione Italia” – Centro Italiano Fotografia d’Autore Bibbiena (Ar) 2011, “Del mito del simbolo e d’altro” – Centro Pavesiano Museo Casa natale di Cesare Pavese Santo Stefano Belbo (Cn) 2016, “La Sposa”- Appartamento del Duca, Reggia di Colorno (Pr) Festival “ColornoPhotoLife” 2017. Tra le principali mostre personali: “Occhi per vedere”, “Te lo dico sui muri”, “Geografie della memoria”, “Siamo le persone che incontriamo”, ” Vedo?”
Ha esposto in numerosi progetti e manifestazioni culturali tra cui : “Recanati in”, “Quale Madre”, “Estetismi nel paesaggio marchigiano contemporaneo”, “Passaggi in Amore”, “Notte Magica della Fotografia”, “Haikuvolmente”: la fotografia interpreta la poesia Haiku, “Lo Spirito e la Terra”, “Chiaravalle Photonews 2015”, “Espose Yourself”.
Tra i riconoscimenti: finalista “Autore dell’anno Fiaf Regione Marche” nel 2012, 2013, 2014, 2015, finalista concorso biennale “Humanity Photo Awards“ (UNESCO) and China Folklore Photographic Association (CFPA) Cina nel 2013 e 2015, finalista “La fotografia incontra la scrittura” nel 2016, vincitrice tappa Sassoferrato per il tema “Il silenzio” – “Portfolio Italia” 2016, secondo premio al Concorso Internazionale “Ventipertrenta” 2017.
Le sue immagini sono presenti nelle pubblicazioni: antologia “Isole di infinito” vol. I e II, “Passione Italia”, “Tanti per tutti”, “Energie Creative, “Fotografi nelle Marche dal dopoguerra ad oggi “ di Vincenzo Marzocchini.
Dal 2013 Collabora con il Dipartimento Cultura FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e nel 2017 è stata nominata tutor fotografico e Coordinatore Artistico Regionale per il progetto nazionale “La famiglia in Italia”.