Spazio dedicato ad amici fotoamatori non marchigiani, conosciuti negli anni frequentando social fotografici ed approfondendone poi conoscenza ed amicizia nel corso di tanti raduni fotografici in giro per la penisola.
N.B. – Gli ospiti non marchigiani nell’indice dei fotografi sono individuati con l’aggiunta di “OSP”.
Secondo ospite “extra territoriale” è Enrico “Ventrix” Barbieri.
Il “Chi sono” tratto dal suo sito di fotografia recita così:
“Fotografo per passione da diversi anni, lo faccio principalmente in analogico e in bianco e nero. Sono nato a Reggio Emilia e abito a Modena, di mestiere sono informatico”
1. L’intervista
In 5 righe descriviti come fotografo/a
Mi chiamo Barbieri Enrico, sono nato a Reggio Emilia nel 1959, abito a Modena, faccio l’informatico. Ho iniziato a fotografare all’età di 18 anni, le mie foto erano private, non le vedeva nessun altro. Fatico a darmi un tema fotografico, mi accorgo però di seguire un canovaccio che ritrovo, nei soggetti fotografati, nel tempo.
Quando e come ti sei appassionato/a al mondo della fotografia e che posto occupa nella tua vita
Fotografo essenzialmente in bianco e nero e prediligo l’analogico. Da poco tempo sto usando anche una macchina digitale.
Ho sempre cercato un modo, un linguaggio che mi consentisse di esprimermi, mi sarebbe sempre piaciuto disegnare o scrivere, la fotografia ha avuto il sopravvento e ne sono contento.
Come si è evoluta la tua cultura fotografica: pratica, partecipazione a corsi, studio dei grandi autori, visite a mostre, ricerche sul web, libri di tecnica
Sono autodidatta, sono molto critico con le mie fotografie, per me hanno tutte, almeno un difetto; ho letto molto, acquistato e guardato molti libri fotografici. A un certo punto della mia esperienza fotografica ho deciso di rendere pubblici i miei lavori, attraverso siti internet, questo mi ha dato la possibilità di interagire con altri, di accettare le critiche, di modificare i miei punti di vista e di incontrare anche altri appassionati e di confrontarmi.
Hai dei generi fotografici che prediligi o ti piace la fotografia a 360°? Se vuoi motiva la tua scelta
Mi piace la street, mi piace molto fotografare all’interno di musei e gallerie d’arte, sono ambienti che mi mettono serenità.
Rapporto analogica/digitale e rapporto colore/bianconero, come ti muovi nei confronti degli eterni dilemmi di fondo che agitano (scherzosamente) la vita di molti fotografi?
Come detto prediligo il bianco e nero e l’analogico, per l’analogico trovo particolarmente interessante l’attesa del risultato dopo lo sviluppo e la stampa, questa lentezza nel processo produttivo di uno scatto, proprio perché la fotografia, per me, è una passione che diventa un aspetto positivo e riflessivo.
Non nessuna avversione per lo strumento utilizzato per la fotografia, se una foto prende ha fatto il suo sporco lavoro, indipendentemente dallo strumento utilizzato.
Partecipi alla vita di un fotoclub? Puoi motivare questa tua scelta? Cosa ti affascina delle attività collettive?
Ho partecipato alla vita di alcuni fotoclub on line, esperienza molto interessante e costruttiva; ritengo sia importante partecipare a consessi del genere.
Come ti poni nei confronti del portfolio fotografico e come vivi questa esperienza?
Come dicevo in apertura fatico a darmi temi fotografici da perseguire con costanza. Negli ultimi anni ho intrapreso l’attività espositiva che ritengo un’esperienza positiva e costruttiva.
2. La foto del cuore
E’ un foto che ho scattato nel 2014 visitando la Normandia e passando dalle spiagge dello sbarco al cimitero americano di Colleville-sur-Mer ad Omaha Beach.
Rappresenta una delle altre cose che ricerco nella fotografia: il silenzio.
L’ho trovato: denso, enorme, incombente.
3. Il portfolio
Il lavoro presentato nasce da un’esposizione all’interno del circuito OFF di Fotografia Europea a Reggio Emilia nel 2016 il cui tema era: La Via Emilia. Strade, viaggi, confini.
Si intitola “Coordinate” e presenta una serie d’immagini effettuate tutte con una Rolleiflex biottica e scattate tra Gennaio e Marzo 2016 tra le ore 17 e le ore 19 sulla via Emilia tra Modena e Reggio Emilia.
Tutte le immagini riportavano, nella targhetta, le coordinate di dove era stato sistemato il cavalletto durante lo scatto, in questa sessione il titolo della foto è rappresentato dalle coordinate.
Volevo dare al lavoro fotografico una memoria geografica del luogo dello scatto per far si che potesse rimanere una traccia, un riferimento, un luogo anche fisico di dove si trova il paesaggio ritratto.
4. Dove trovate Enrico
Sito web: www.barbierienrico.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/enrico.ventrix
Pagina Instagram: https://www.instagram.com/enricoventrix/
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