1. Chi è Monica

Monica nasce a Sassari nel 1979 e inizia a fotografare nel 2003, lasciando che, pian piano, la fotografia divenisse, insieme alla scrittura, mezzo privilegiato per cogliere aspetti della realtà e per raccontare delle storie. Attimi, percorsi, gesti, sguardi che uniti tutti insieme fanno dieci anni di fotografia. Nel 2005 si trasferisce per lavoro in Puglia e si associa alla FIAF e al Foto Cine Club di Foggia che le permette di esporre in diverse mostre e di entrare in relazione con numerosi fotografi.
Nell’aprile 2013 espone insieme alla fotografa Monica Carbosiero presso il Circolo culturale “La Merlettaia” un racconto fotografico liberamente ispirato alla poesia di Wislawa Zrymboska “Amore a prima vista”.
Nel novembre 2012 è invitata presso il circolo fotografico turco TEFSAD per presentare la Videografia “Io ero la mia strada”.
Nel maggio 2011 è vincitrice del 2° e 5° premio della giuria tecnica del concorso fotografico “Un giorno a teatro” (Foggia).

2. Le foto

3. Hanno scritto di lei

> “Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno”. E’ indiscutibile la sua attenzione alla vita, il suo modo di fotografare è delicato, ma anche di forte impatto. Le sue belle immagini, sono pezzi di vita, di poesie immaginate, mai scritte, di atmosfere materializzate. Il suo è uno sguardo pensante e appartiene a chi ha il talento di saper guardare.
Monica Carbosiero

> “In quali posti vanno i suoi occhi? Tra i chiaroscuri dell’umanità per scovare quel mondo nascosto che bene ritrae e afferra nella sua fugacità clandestina lontana dai posti dell’ufficialità e dal potere degli uomini della terra… che non possono niente. Grande testimone.”
Pino Giorgio

> “Ho conosciuto Monica prima sul web e poi dal vivo durante i raduni organizzati ai tempi “epici” della comunità fotografica di Mega-Pixel (2005 e seguenti).
A quel tempo la mia passione per il bianconero era ancora in incubazione, ma già ammiravo le foto dei bianconeristi di Mega-Pixel (Monica era tra questi), mentre inconsapevolmente mi preparavo alla scoperta di questo modo antico di fotografare.
Ho ritrovato Monica ancora sul web, su una pagina di Facebook, e mi sono reso conto che la sua fotografia è cresciuta, conservando un carattere ben riconoscibile, e unendo bella tecnica a densità di contenuti.
Potete vederlo, senza bisogno di grandi suggerimenti, osservando le immagini che vi proponiamo in questa sintetica carrellata.
Sono bianconeri non “leccati”, nel senso della tecnica rifinita e linda di chi pone questo aspetto al primo posto; sono bianconeri selvaggi, istintivi, dai quali emerge il senso di ciò che viene colto o rappresentato.
Monica coglie aspetti di vita ordinariamente normale, trasformandoli in strofe poetiche; nei suoi scatti riesce a estrarre – da situazioni comuni che ognuno di noi può trovarsi quotidianamente di fronte – il senso delle vite o dei luoghi che vuole rappresentare.
Sono tutte belle, ma mi va di citare “Napoli”, uno spaccato di varia umanità, dove lo svolazzare dei piccioni in primo piano sembra voler accompagnare, e magari rallegrare, il cammino difficile della donna stranamente in carrozzella.
O ancora “Dimenticare Bologna”, con l’ombra del Nettuno che attribuisce immediata riconoscibilità alla città e alla Piazza Maggiore, mentre la coppia di ragazzi pigramente seduti sui gradini fa da contraltare ai passanti frettolosi che lasciano solo scie del loro passaggio.
La bellissima “Matera”, con la città resa ottimamente dalla varietà dei grigi morbidi e luminosi, che lasciano cogliere i tantissimi piani delle centinaia di case abbarbicate sul fianco della collina, quasi a volersi sovrapporre tra di loro.
Ma non è solo bianconero Monica, è anche colore; e non è solo vita e persone, ma è anche paesaggi tradizionali, come in “Lesina”. E, per concludere, cosa vuoi dire al taglio ardito e intrigante di “Punti di vista sulla neve”, con quell’enigmatico occhio del cavallo che sembra volerti guardare dentro…?
Una fotografa di grande spessore, per me, Monica Sala.
Sauro Marini