In questo periodo di forzata clausura domestica, dovuta alla pandemia da corona virus, voglio ritagliarmi un piccolo spazio in questo spazio web, che considero con affetto una mia creatura.
Oggetto di questo post è la mostra “La particolare bellezza. Il processo creativo del dettaglio in architettura“, che si è svolta da marzo ad ottobre 2019 nelle sale del Museo Diocesano di Ancona, a fianco della Cattedrale di San Ciriaco.
Spero che questa pubblicazione, che mi è stata richiesta da molti amici, sia gradita a chi non ha potuto visitarla nei mesi della sua apertura.
Genesi di una mostra
Un paio di anni fa, mentre sono in giro per il centro Ancona con il mio amico Claudio Desideri, mi riemerge una idea già apparsa diverse volte negli ultimi tempi, allora blocco i miei passi e faccio: “Claudio, ora che sei in pensione anche tu, mettiamo su una mostra di foto, ma una mostra che faccia rumore, insomma una mostra col botto…”
Pensavo solo di buttare un sasso nell’acqua calma, per dare il via ai primi ragionamenti su una possibile mostra, di che genere, dove, perché, percome…..
E invece lui, con un mezzo sorriso quasi malizioso appena accennato, mi fa: “Certo Sauro, ci sto pensando già da un po’; ora che entrambi abbiamo molto tempo da dedicare a questa idea, mettiamoci al lavoro. Ho già pensato ai contenuti, ho un titolo, una sede. Il titolo sarà ‘La particolare bellezza ‘, sarà ospitata dal Museo Diocesano di Ancona. Il catalogo dovrà essere un lavoro importante, che colmi una grossa lacuna, perché non esiste nelle nostre librerie un volume che racchiuda le più belle chiese storiche di Ancona e che ne esalti la bellezza dei particolari architettonici e scultorei.”
È partito tutto da lì, un po’ di mesi fa, e da li abbiamo virtualmente iniziato ad avvolgere la matassa di filo azzurro, quella matassa che poi abbiamo srotolato nei giorni di preparazione, e che oggi con i suoi 750 metri di filo di lana azzurro lega in un tutt’uno le sale, i reperti e le fotografie, una sorta di ragnatela cromatica che accompagna un percorso creativo sviluppato in una atmosfera di grande collaborazione e sinergia, e anche di grande soddisfazione personale.
Ho così iniziato a scartabellare nel mio archivio digitale, alla ricerca dei tanti scatti che da oltre quindici anni – molto prima di pensare ad una mostra – ho dedicato alle chiese antiche di Ancona,, la mia passione fotografica di sempre.
Mentre io scartabellavo, Claudio cominciava a tessere la rete dei rapporti di collaborazione necessari per dare corpo all’idea di base, e insieme abbiamo iniziato la ricerca di soggetti pubblici e privati che avrebbero reso possibile la realizzazione del progetto fornendo i loro patrocini e il loro sostegno economico.
Una volta esaminato l’archivio mi sono reso conto di non avere materiale sufficiente per tutte le 8 chiese che avevamo individuato come soggetti della mostra, e così è iniziata la fase di ampliamento dell’archivio e di realizzazione di nuovi scatti, ampliando la rosa dei particolari da immortalare, ponendo molta attenzione alle fasce orarie più adeguate a mettere in risalto i volumi, i bassorilievi, i capitelli, fornendo le giusti dosi di luci e di ombre, materia prima per fabbricare fotografie.
Nota tecnica
Le fotografie esposte alla mostra sono state scattate in un arco temporale che va indicativamente dal 2010 al 2020, utilizzando con la seguente attrezzatura: Canon 450D con obiettivo grandangolare Tokina 11-16 e zoom Canon 18-200; Lumix Panasonic FZ1000 con obiettivo Leica 25-400.
Presentazione (dal catalogo)
Capita nella vita di fare senza prestare troppa attenzione al come o al perché.
Fino a che una scintilla fa emergere motivazioni prima sconosciute, e quel fare qualcosa assume una valenza diversa e coinvolgente
Ho iniziato a fotografare a 15 anni, per curiosità, senza alcuna nozione tecnica o compositiva, ma basandomi solo sull’empirismo che contraddistingue l’età giovanile.
Poi la scintilla. La diffusione della tecnica digitale e la possibilità di gestire i file in autonomia hanno riacceso una passione quasi del tutto sopita e l’amore per l’architettura e per la storia della mia città hanno fatto il resto.
Ho così iniziato a girare Ancona fotografando antiche chiese e monumenti, ma in realtà, mentre scattavo ed esaminavo i prospetti degli edifici storici, ero alla ricerca dell’anima delle pietre, quell’anima che architetti, scultori, capomastri dei secoli scorsi riuscivano a trasfondere nelle opere a cui davano vita.
Non è un risultato semplice da ottenere; in un’epoca in cui la frenesia che fa correre le nostre giornate ci spinge a camminare nei luoghi a noi familiari a grandi falcate, con il tempo sempre stretto addosso, il semplice alzare lo sguardo verso l’alto quando si cammina per i vicoli del centro storico è una vera e propria conquista per lo sguardo e per l’anima.
Avvicinarsi ai leoni del Duomo di San Ciriaco o alla facciata di Santa Maria della Piazza o ai chioccioloni vanvitelliani della Chiesa del Gesù, per osservare da vicino la bellezza dei particolari o le venature dei marmi, consente di entrare dentro quei capolavori, sentirne il profumo d’antico, cogliere l’essenza più profonda di opere che solo una grande cultura e una grande maestria hanno consentito di far giungere fino a noi in tutto il loro splendore.
È questo lo spirito dei lavori in mostra, anche come riconoscimento a chi, nella propria vita e nelle proprie opere, si è lasciato guidare da una fede, da un ideale, riuscendo a lasciare un segno del proprio passaggio terreno ed una eredità artistica che il mondo ci invidia.
Voglio chiudere con un passaggio ripreso dalla presentazione di una mia precedente mostra, che credo mi rappresenti in pieno: “… Un accesso facilitato per chi ha la propensione a volare, ma ugualmente interessante e di stimolo per chi ad oggi non ha osato uscire dalla spiaggia sicura che è il provincialismo d’immagini. Ed è questa la riflessione di chi suole perdersi nell’avventura, di chi ama l’arte e nella lunga convivenza con questa eccezionalità, fuoco per l’anima, cerca senza tregua, tra le sue innumerevoli pieghe, quello che a volte le parole non dicono.” (Cristina Gioacchini, giornalista)
Il portfolio
Il lavoro riguarda le 8 chiese storiche di Ancona, a partire dalla Cattedrale di San Ciriaco e scendendo via via dal colle Guasco, incontrando strada facendo le chiese di San Pellegrino, del Gesù, San Francesco alle scale, Santa Maria della piazza, Santissimo Sacramento, Sant’Agostino, Misericordia.
Otto delle immagini sono relative ai prospetti degli otto edifici, poi per ogni chiesa sono presenti 4 scatti che evidenziano particolari architettonici rilevanti delle rispettive facciate.
Chi fosse interessato al catalogo della mostra può lasciare un messaggio su questa pagina
Dove trovate Sauro
Sito web www.sauromarini.it
Flavio Petrini
Ho avuto il piacere di essere presente all’inaugurazione, ma con altrettanto piacere ho potuto appurare una grande partecipazione all’evento, purtroppo per la innumerevole folla in quella occasione non ho potuto apprezzare a pieno le opere, ma mi sono ripromesso di ritornaci, cosa che ho fatto dopo qualche giorno. Finalmente sono stato in grado di ammirare le tue opere, segno e realizzazione che solo un arguto occhio di un fotografo può carpire. Esse ben rappresentate accompagnate nell’esposizione a reperti inerenti alle foto erano la ciliegina sulla torta, il filo blu conduttore come quello di Arianna accompagnava il visitatore nelle varie sale, senza far perdere nulla dell’esposto, geniale trovata! Nulla lasciato al caso! Bravo, bravissimo, complimenti vivissimi.