
Con la pubblicazione del lavoro “Roma EUR” il nostro amico romano Vincenzo Valentini (che tra le altre cose gestisce l’interessante Gruppo FB Mondo Fotografico) entra a far parte della famiglia di Marchefotografia.eu, come ospite non marchigiano; ma come sapete a noi interessa presentare ottimi fotografi senza limitazioni geografiche, e quindi vi presentiamo questo suo bel lavoro.
A lui la parola per presentarsi ai nostri amici.
– Bio
Non sono un fotografo professionista, ma ho iniziato a scattare foto oltre mezzo secolo fa, con la Kodak Instamatic ricevuta come regalo per la Prima Comunione, però quelle foto non contano come curriculum.
A diciassette anni, grazie a mio fratello maggiore, mi sono appassionato veramente alla fotografia vera e propria, non solo alla ripresa, ma anche allo sviluppo e stampa nella camera oscura ricavata nell’unico bagno di casa, obbligando il resto della famiglia a organizzarsi in altro modo.
Dopo decenni di foto analogica, con un po’ di titubanza nel 2007 sono passato a quella digitale, una tecnologia ancora tutta da scoprire e da imparare.
Le persone che mi vogliono bene dicono che sono bravino a scattare foto, perché ho un buon occhio per riprendere i soggetti in maniera particolare.
– La foto del cuore
Non ho una foto del cuore perché, come i figli, le proprie foto sono tutte belle, e ognuna di esse ha un qualcosa di diverso che le fa ricordare. Se proprio ne dovessi indicare una direi l’ultima foto scattata perché mantiene ancora il “profumo” dei momenti precedenti allo scatto: la sua ideazione, la composizione, la ricerca della luce, il momento dello scatto, la post.
– L’intervista
In 5 righe descriviti come fotografo
La mia caratteristica è la curiosità, sia nella fotografia che nella vita: mi piace conoscere e imparare cose nuove. Oltre a studiare la tecnica vera e propria, mi piace molto leggere le biografie dei fotografi del passato, non solo i più famosi, ma anche quelli poco conosciuti dal grande pubblico, che però hanno lasciato un segno nella storia della fotografia. Uno su tutti, André Kertèsz.
Quando e come ti sei appassionato al mondo della fotografia e che posto occupa nella tua vita
Mio fratello più grande, per lavoro, era entrato in contatto col mondo della fotografia e me ne aveva parlato in termini entusiasti, al punto da farmi incuriosire. È stato lui che mi ha regalato la mia prima fotocamera “seria” (almeno per me), molto diversa dalle instamatic per ragazzi. Si trattava di una Lubitel russa biottica 6×6, con la quale mi sono sbizzarrito molto. Sempre con mio fratello ho anche iniziato a stampare in camera oscura con un modesto Durst J35, che però era per il formato 135 e i miei negativi erano più grandi; così, in fase di scatto, dovevo allontanarmi dal soggetto per farlo entrare nello spazio giusto per stamparlo Poi ho comprato un Durst J66 e ho risolto.
La fotografia è una delle due grandi passioni della mia vita, antitetiche fra loro, insieme alla storia medievale. Sono a pari merito.
Come si è evoluta la tua cultura fotografica: pratica, partecipazione a corsi, studio dei grandi autori, visite a mostre, ricerche sul web, libri di tecnica…
Molta pratica, innanzi tutto, poi letture di libri sia di tecnica che storia, le biografie dei grandi autori; ultimamente, le visite alle mostre e le ricerche sul web. In ultimo, ma non ultimo, la vicinanza di un mio grande amico, fotografo professionista, che mi ha dato molti consigli e input utili, specialmente da quando sono passato al digitale.
Hai dei generi fotografici che prediligi o ti piace la fotografia a 360°? Se vuoi motiva la tua scelta.
In genere preferisco le foto di viaggio, ma ultimamente ho scoperto lo still life, al punto da attrezzare un piccolo spazio a casa, con luci e fondali per fotografare piccoli oggetti. Mi sono avvicinato anche alla macro e alla fotografia minimalista.
Questo genere di fotografia, al contrario di quella di viaggio, mi permette di studiare con calma l’inquadratura, lo studio delle luci, provare scatti diversi. Insomma, una fotografia di concentrazione.
Rapporto analogica/digitale e rapporto colore/bianconero, come ti muovi nei confronti degli eterni dilemmi di fondo che agitano (scherzosamente) la vita di molti fotografi?
Per parecchio tempo ho avuto difficoltà a passare dall’analogico al digitale, un po’ come molti fotografi. Poi ho “fatto pace” col digitale, soprattutto dopo averne scoperto gli indubbi vantaggi.
Fra colore e bianconero non ho problemi, utilizzandoli entrambi a seconda delle situazioni; c’è da dire però che i miei trascorsi in analogico sono stati segnati dal bianconero, soprattutto per il costo più accessibile delle pellicole, che per la facilità e l’economia di stampa rispetto al colore (almeno in quegli anni lontani).
Partecipi alla vita di un fotoclub? Puoi motivare questa tua scelta? Cosa ti affascina delle attività collettive?
No, non sono stato mai iscritto ufficialmente a un fotoclub, ma frequento spesso amici fotografi con cui scambiare idee e partecipando con loro a mostre collettive.
Come ti poni nei confronti del portfolio fotografico e come vivi questa esperienza?
In genere non lavoro con l’idea di realizzare un portfolio, a meno che non si tratti di viaggi. Per il resto scatto quando mi viene l’idea: a volte questi scatti singoli possono essere raccolti tra loro, nel caso abbiano un filo conduttore comune.
Hai qualche progetto fotografico in gestazione e ce ne vuoi dare un accenno?
Da qualche anno sto seguendo la fotografia minimalista, in particolare studiando luci, ombre, superfici e colori, angolazioni. Ma non è un progetto, piuttosto una ricerca a lungo termine.
In due righe pensa di voler convincere un amico a dedicarsi alla fotografia, cosa gli diresti?
Gli direi semplicemente di provare a fotografare, ma fermandosi un attimo a osservare il soggetto inquadrato, prima di scattare. Se è un minimo curioso verrà catturato dall’infinità dei dettagli che scoprirà: quella è la differenza tra “fotografare” e “fare una foto”. Dopo non potrà più farne a meno.
– Il portfolio
Il portfolio che presento è composto da una serie di scatti presi al quartiere EUR di Roma, una domenica mattina di dicembre: mi è piaciuto cogliere quel momento in cui le strade, normalmente piene di traffico e di persone, erano quasi completamente deserte. In più la luce radente e debole di un sole invernale ha aggiunto un’atmosfera particolare, che ho accentuato con la scelta del bianco/nero.
– Dove trovate Enzo
Enzo è molto attivo sul web, lo trovate a questi indirizzi
- https://www.facebook.com/pennepapiri
- https://www.alamy.com/portfolio/enzovalentini
- https://www.shutterstock.com/it/g/Enzo+Valentini
- https://www.eyeem.com/u/enzo_valentini
- https://enzo-valentini.picfair.com/
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