Questo lavoro è il frutto di una collaborazione artistica tra Teofilo Celani e Sauro Fiorani, nella quale i ruoli sono stati così rappresentati:
– Idea/soggetto: Teofilo Celani
– Immagini: Sauro Fiorani e Archivio Museo Ebraico Praga
– Autori testi: Teofilo Celani e Eva Pikova
– Montaggio e regia: Teofilo Celani e Sauro Fiorani
– Voci recitanti: Agnese Tramonti, Lucia Didimi, Leonardo Zeppa, Federico Zeppa, Arabella Mengarelli, Nicole Pierucci

Il fenomeno più triste e più tremendo del campo di concentramento di Terezin era la vita dei bambini. Videro tutto, stavano attraversando ogni cosa proprio come i grandi, ma i loro intelletti non erano ancora abbastanza maturi per concepire le ragioni della miseria cui erano stati spinti dai nazisti con tale spietata crudeltà.
Erano stati sradicati dal loro mondo di favole per bambini e dall’amorevole cura delle loro case, e cacciati nel lugubre isolamento delle abitazioni di Terezin; le loro vite si svuotarono improvvisamente di tutti i loro contenuti naturali, poiché erano ancora lontani dal potere svolgere qualsiasi lavoro utile. Inoltre, l’atteggiamento dei tedeschi non lasciava sperare nella loro possibilità di sopravvivenza. Condizioni piuttosto migliori per loro sono sorte a partire dalla metà del 1942 nelle case dei bambini dove molti pedagoghi ed infermieri addestrati si dedicavano alla loro educazione. Naturalmente, la scuola ordinaria era severamente proibita, ma gli insegnanti riuscirono ad organizzare lezioni clandestine che funzionavano perfettamente; i bambini stessi erano sotto costante controllo per timore che le loro lezioni segrete venissero scoperte.
E non c’erano alunni più desiderosi di apprendere e di ricevere nuove conoscenze, di quei miserabili bambini nel campo di concentramento di Terezin. Anche gli artisti internati dedicarono i loro sforzi ai loro piccoli prigionieri: organizzarono conferenze, recite ed opere teatrali, dipinsero per loro le immagini, fecero marionette, pupazzi e giocattoli. I bambini sono stati incoraggiati anche ad esprimere le proprie idee in modi artistici nel modo più indipendente possibile. Furono incoraggiati a scrivere i loro diari contenenti la loro esperienza quotidiana; scrivevano anche poesie ed amavano disegnare. C’erano molti talenti tra loro capaci di espressione creativa indipendente. L’occupazione preferita dei bambini era il disegno: dovevano essere tenuti occupati tutto il tempo per avere almeno un’illusione di momenti più felici. È stato un compito difficile per i loro insegnanti, ovviamente, organizzare e gestire circoli di disegno: era sempre necessario provvedere a forniture di carta, matite, pastelli, colori ad acqua. Fu soprattutto Friedl Diker Brandeis che dedicò il suo tempo ai bambini: andava in tutti gli alloggi dei minori e nelle infermerie, per vedere i bambini malati. Stava guidando i bambini ad esprimere le loro capacità creative, in base alle rispettive fasce d’età. Grazie agli sforzi degli adulti e dei bambini stessi, migliaia di disegni ed immagini sono nati nelle case di Terezin. Immagini che sono state preservate, anche se i loro piccoli autori sono stati trascinati via ad Auschwitz dove le loro speranze di vita sono state messe a tacere nelle camere a gas. Nei loro disegni, i bambini tornavano per lo più ai loro ricordi del loro passato e delle loro case perse, disegnando i loro genitori, i loro fratelli e sorelle, i fornelli in cui venivano cucinati i pasti, cani e gatti, case nei giardini, prati fioriti e anche fiori singoli, le loro passeggiate nei boschi. I loro disegni mostravano anche speranze per i tempi più fortunati in cui avrebbero potuto tornare alle loro vecchie abitudini. A volte disegnavano se stessi anche nel mondo delle fiabe, o l’attraente mondo colorato delle rappresentazioni teatrali. Ma i bambini di Terezin vedevano ed immaginavano anche la realtà che li circondava nel campo: gli uomini delle SS e le pattuglie che camminavano per la città, i furgoni delle vittime che passavano, i malati trasportati su barelle, le persone sui tavolacci. Avrebbero ascoltato perfino delle esecuzioni e vivevano nell’incredibile paura dei tanto temuti trasporti. I disegni ed i versi dei bambini di Terezin con le loro firme e nomi sono rimasti testimoni silenziosi delle sofferenze inconcepibili ed incredibili causate dalla furia della guerra e dall’odio e dalla violenza dei superuomini nazisti.

TEREZIN – giugno 1942 – ottobre 1944
LA PAURA

Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto, un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle brandisce una gelida falce che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora, ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire vorrei io stessa trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa.
E’ vietato morire !

Scritta da Eva Pickova nata il 15.5.29, morta il 18.12.43 ad Auschwitz. In: “Terezin – I Disegni e le Poesie dei Bambini nel Campo di Sterminio”, pubblicato nel 1982, Associazione Italo-Czeca in occasione della mostra itinerante italiana dei disegni, adesso in mostra permanente al Museo Ebraico di Praga.


Recitativo
EDITH KRAMER
Sono Edith Kramer, una pittrice e docente di arte, austriaca.
Nel 1938 ho lasciato l’Austria per l’America poiché non condividevo il clima politico e militare del mio Paese.
Ho proseguito i miei studi e la mia attività di pittrice, fino ad arrivare all’insegnamento della arte-terapia presso l’Università di New York dove ho insegnato per più di trent’anni.
Ma non è di me che voglio parlare, ma della mia insegnante d’arte ed amica: Friedl Dicker-Brandeis.
Una donna straordinaria, coraggiosa, passionale, generosa; un’Artista visionaria che mi contagiò con il pensiero dell’Arte come terapia, contro il male a venire.
Sono stata sua allieva, prima alla scuola d’arte del Bauhaus di Weimar, poi a Praga, dove ho voluto seguirla, fino al giorno della mia partenza.
Friedl nasce a Vienna nel 1898, da una famiglia ebraica di umili origini. Nella scuola di Vienna che frequentava emerge da subito la sua predisposizione per l’arte. Sviluppa i suoi studi sia presso l’Accademia d’Arte di Vienna che presso il Bauhaus di Weimar sotto la guida di Johannes Itten. L’interesse di Friedl per l’Arte è totale. Infatti si occupa, altresì, di grafica, di scenografia, architettura e musica. Nel 1934 Friedl, a causa del suo attivismo politico antifascista, viene arrestata. Al termine della breve prigionia decide di trasferirsi a Praga dove conosce Pavel Brandeis, di cui si innamora e che sposerà l’anno dopo. Continua la sua attività artistica ed il suo impegno politico antifascista. Fatto questo non gradito dai nazisti che sottopongono i coniugi Brandeis a sempre maggiori controlli. Nel dicembre del 1942 ai coniugi Brandeis viene notificato l’ordine di espulsione e vengono deportati nel ghetto di Terezin ad ovest di Praga.
A Terezin, Friedl si propone come insegnante d’arte, per i bambini ed i ragazzi del ghetto, cui si dedica con passione.
Friedl propone ai propri alunni l’idea di un arte in grado di trasmettere emozioni e donare libertà, anche in un luogo come Terezin dove la libertà fisica era stata negata dall’oppressore nazista. I disegni dei ragazzi di Friedl raffigurano sia soggetti semplici come farfalle, fiori, case di campagna e tutto ciò che rappresentava i desideri di quei bambini a cui era stata sottratta l’infanzia. I ragazzi di Terezìn erano consapevoli del proprio destino. Spesso, infatti, Friedl, si imbatte in disegni con scheletri, fucili e soldati come protagonisti.
Friedl non manca di notare come le ore dedicate all’insegnamento dell’arte erano diventate per i ragazzi fondamentali, se non addirittura indispensabili; per rientrare in contatto con sensazioni ed emozioni, che la paura e lo sconforto del ghetto, rimuovevano ogni giorno.
A tal proposito, Fridl decide di catalogare, per nome e data di realizzazione, i disegni dei propri studenti che, successivamente, nasconde accuratamente in alcune valigie.

DORIS WEISEROVA
Maestra Friedl, posso disegnare una farfalla con tanti pallini sulle ali, senza che nessuno si prenda gioco di me?
FRIEDL DICKER-BRANDEIS
Certamente Doris. Quella farfalla sarà il tuo autoritratto e mentre la disegni, ti alzerai in volo con lei. La sua libertà sarà la tua libertà. (rumore di passi concitati)
RUTH KLAUBAFOVA
Maestra Friedl sono venuti i soldati nazisti ed hanno portato via Eva Pickova e la sua famiglia. Ma dove li portano?
FRIEDL DICKER-BRANDEIS
Non so, Ruth; nessuno è tornato mai a Terezin per raccontare.
VLADIMIR FLUSSER
Maestra Friedl, Eva prima di salire sulla camionetta dei nazisti, ci ha dato una sua poesia, chiedendoci di portarla qui. Tomas fai vedere.
TOMAS KAUDERS
Si eccola. Per timore di perderla l’ho nascosta nella fodera della giacca. (rumore di un foglio di carta che si apre)
FRIEDL DICKER-BRANDEIS
Vladimir, Tomas, Ruth, Doris, leggetela insieme. La piccola Eva, ovunque sarà, vi ascolterà con il suo cuore.
VLADIMIR-TOMAS-DORIS-RUTH

Lettura della poesia
LA PAURA
Di nuovo l’orrore ha colpito il ghetto, un male crudele che ne scaccia ogni altro.
La morte, demone folle brandisce una gelida falce che decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paura e le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambini e preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora, ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morire vorrei io stessa trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!
Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore.
Vogliamo fare qualcosa.
E’ vietato morire !

EDITH KRAMER
Nel settembre del 1944 Pavel Brandeis viene deportato ad Auschwitz. Il mese seguente, Friedl sceglie volontariamente di essere trasferita nel campo di sterminio dove il marito era stato rinchiuso. Ma mentre Pavel Brandeis riesce a sopravvivere, Friedl muore insieme a molti suoi alunni il 9 ottobre 1944 ad Auschwitz-Birkenau dentro una camera a gas.

FRIEDL DICKER-BRANDEIS
Arrivederci ragazzi di Terezin.
Vi ho amato come i figli che non ho avuto.
Siete stati la mia più grande ragione di vita.
Quella stessa vita che stò per lasciare.
Arrivederci bianche farfalle di Terezìn.
Questa notte sarà una notte senza stelle.

EDITH KRAMER
Prima di essere deportata al campo di Auschwitz, Friedl riesce a nascondere in alcune valigie, oltre 4.000 disegni e poesie dei ragazzi di Terezin. Alla fine della guerra, queste valigie furono rinvenute dall’esercito russo di liberazione. Oggi i disegni dei ragazzi di Terezin sono conservati presso il museo ebraico di Praga.
Dal ghetto di Terezìn, / furono deportati ed uccisi, / nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, / oltre 13.000 ragazzi ebrei, / innocenti.