Stefano Pistis. fotografo freelance sardo di origine, trapiantato a Bologna.
Scatta fotografie dai primi anni 2000 e nel corso del tempo ha avuto modo di confrontarsi con diversi contesti fotografici mantenendo una predilezione per il reportage e i temi legati al sociale.
La fotografia è per lui passione, scoperta del mondo, crescita interiore, un linguaggio universale potente e fragile al tempo stesso.

– La foto del cuore

L’anziana signora berbera.
L’ho conosciuta sulle montagne dell’Atlante dove abitava in un villaggio nei pressi della strada che tortuosamente da Ourzazate si dirige a valle verso Marrakesh.
Parlava solo berbero e nessuno di noi era in grado di capirla. Dopo un po di tempo insieme dove ci fece entrare a casa sua e conoscere la sua famiglia ci chiese (a gesti) se potevamo darle un passaggio in auto verso un villaggio vicino.
La cosa che mi colpi fu che prima di salire si tolse le scarpe. Per non sporcare i tappettini della macchina. Così come si usa fare in Marocco con i tappetti di casa.
Il suoi occhi buoni, intensi, che comunicavano amore per il prossimo, non li dimenticherò mai.

– Il portfolio

“Al Maghrib”
All’estremo occidente, si estende tra oceano, montagne e deserto l’avamposto della cultura islamica che arrivò fino a qui nell’800 d.c. E da cui partirono le incursioni verso l’Europa cristiana.
Oggi il Marocco è uno stato multietnico con diverse culture e lingue (arabo, berbero, francese) che sta vivendo una rapida crescita economica paragonabile al boom che si ebbe in Italia negli anni ’50-60 con conseguente costante mutamento delle condizioni sociali.
Mutamento in parte legato alle dinamiche riconducibili alla globalizzazione e all’emigrazione verso Europa e Canada ma anche e soprattutto alle politiche messe in atto dal re Muhammad VI volte a modernizzare il paese in ottica occidentale.
Le grandi città costiere (Tangeri, Rabat, Casablanca) e turistiche (Fes, Meknes, Marrakesh) riflettono ampiamente questo cambiamento, evidenziando un netto contrasto tra tradizione e novità, tra giovani e anziani, tra ricchi e poveri, tra gli antichi mestieri e i nascenti centri commerciali.
Le zone rurali rimangono ancora sospese nel tempo, nei loro ritmi lenti, nei profumi e riti che resistono all’incedere del mondo globale.

– Dove trovate Stefano

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