Di nuovi orizzonti
Pia Bacchielli è una cronista forgiata dai valori della resistenza e della tenacia ma a ben vedere è anche un’antropologa visuale. Per questo passare dal giornalismo alla fotografia, più che di una sfida, assume la connotazione di un’evoluzione naturale: un percorso euristico che dalle parole arriva alle immagini acquisendo ancor più umanità e densità. Una scelta che, in un primo momento, trova nel reportage il più valido degli strumenti di osservazione e conoscenza della vita.
Poi ecco Silere, una sequenza scattata a Lanzarote, isola dura e vulcanica delle Canarie, segnata dalle rocce e sferzata dal vento. Silere è un verbo latino che indica al tempo stesso il non far rumore e il tacere e sembra esprimere il proposito dell’autrice di mostrare questo nuovo capitolo della sua ricerca senza fornire una traccia narrativa. Allo stesso tempo, però, il titolo rappresenta un indizio che, inevitabilmente si intreccia con uno dei nuclei di questo corpus: l’immagine che immortala la revisione di un verso dell’Eneide fatta a mano da Adriano, padre e traduttore. Un dettaglio che permette di scorgere in questi scatti un percorso che parte dalle parole e, come suggerisce l’accostamento del verso virgiliano, approda ad un lirismo intenso e poetico. Non è certo un caso che le foto, virate in seppia, raccontino l’isola come fossero lontani ricordi che trascendono la realtà eppure, simultaneamente, accostando alla morbidezza del tono il grandangolo, in questi spaccati, l’occhio dell’osservatore può spaziare in un vasto campo visivo dove il principale soggetto dell’inquadratura è solo il frammento di un racconto più esteso. Un ciclo all’insegna di immagini-simbolo: una sposa con l’abito infangato che sembra camminare sulla pellicola fluida che separa due mondi; una giovane donna i cui capelli mossi dal vento rimano, in una dolce analogia formale, con le onde del mare; due mani che, chiuse a coppa, accolgono una conchiglia la cui forma geometrica si ripropone nei limitrofi cerchi concentrici; una silhouette femminile che dialoga con la dorsale montuosa che ha alle spalle. I due cactus in tandem con il bivio stradale accostano la doppiezza al tema della scelta; il vulcano, dalla sua posizione centrale, governa sulla natura e sulle rocce; due giovani uomini cercano la loro strada noncuranti delle tracce già segnate. Ultima, una t-shirt abbandonata sul bagnasciuga perché “alla fine, c’è sempre qualcosa che si lascia”.
Silere è un progetto che espande il lavoro di Pia Bacchielli verso nuovi orizzonti di senso abbracciando la rappresentazione di emozioni e vissuti condivisi; in questa nuova direzione, si potrebbe pensare che l’autrice abbia deciso di rovesciare il suo sguardo e, partendo dalla pluralità di voci che ha accolto nella sua vita, incastonare anche la sua storia in un grande atlante dell’umanità.
Nicoletta Rosetti
Storica dell’arte